Quello che c’è in Italia è un finto mercato.
Oltre al fatto che molte grandi aziende vanno avanti da anni grazie agli aiuti di Stato, c’è da dire che in molti settori, soprattutto quelli che vengono da un passato di monopolio, il mercato non esiste. La vera concorrenza non esiste, con tutti i benefici che porterebbe.
La sana competizione di mercato, ispirato quest’ultimo ai principi che spesso ho sottolineato (e continuerò a farlo), in Italia è solo uno spot.
Partiamo dal presupposto che ad un certo punto era “necessario” che alcuni settori relativi ad alcuni servizi venissero liberalizzati, poiché il beneficio per gli utenti poteva meglio essere realizzato tramite il mercato “non essendo più necessario” soddisfare bisogni pubblici mediante “il pubblico” sia in termini di standard del servizio che di fasce di utenti che possono fruirne (fermo restando che il pubblico potrebbe concorrere, accanto al privato, come un qualsiasi altro attore di mercato). Ma le privatizzazioni sono state false privatizzazioni. E le liberalizzazioni? False anch’esse. Un esempio? Telecom. Come si fa a dire “apriamo al mercato” lasciando nelle mani di uno degli operatori la proprietà della rete? E’ quanto di più assurdo possa esistere.
Non è statalismo, non è mercato, ma allora cos’è? E’ un misto di interessi, politica ed affari.
Infatti, in questo modo, Telecom non avrà interesse ad investire nella rete innovandola, ad esempio investendo in fibra ottica, finché non lo riterrà effettivamente redditizio per essa stessa. E’ qui che lo Stato dovrebbe intervenire. Lo Stato dovrebbe investire nella rete, la quale dovrebbe essere gestita con forme differenti rispetto ad ora, indirizzando l’investimento verso tutti, per far si che tutti i cittadini abbiano l’accesso alla stessa tecnologia. Poi sarebbe il mercato, vero, a giocarsela sui servizi.
La situazione è la stessa anche in altri settori importanti.
Il nostro Paese deve liberarsi di questo modo di pensare l’economia e la politica se vuole crescere per davvero. E non è che la destra agisce in modo diverso dalla sinistra, o viceversa. In economia decidono le lobby, e lo faranno finché lo Stato non inizierà a fare lo Stato.
Voi che ne pensate?
Hai ragione Carlo.
Purtroppo non è un reale mercato quello in cui il passato è stato oggetto di monopolio, proprio come telecom e trenitalia, poichè la vera concorrenza non esiste. Il fatto, come hai osservato, che la liberalizzazione è rivolta verso la fornitura del servizio, ma la rete è in mano alla telecom (nel primo caso) e il fatto che il trasporto è libero da qualsiasi tipo di azienda ferroviaria, ma la manutenzione è affidata a F.S. s.p.a. che è una parte di Trenitalia, non libera il mercato, ma semplicemente lo strozza.
Per quanto riguarda la telefonia fortunatamente sembra che pian piano le cose stanno migliorando anche perchè spesso le aziende iniziano a lavorare tramite le c.d. antenne e non più tramite i cavi che passano per le nostre case, con il risultato che hanno un distacco definitivo rispetto a Telecom.
Per quanto riguarda i trasporti purtroppo Trenitalia ha un monopolio naturale, poichè è difficile per un’azienda aprire con una base di investimenti così gigantesca quale quella per garantire il trasporto agli utenti. E su questo dovrebbe intervenire lo Stato con degli aiuti soprattutto, a mio parere, a chi investe nel trasporto del Sud aumentando i servizi.
A proposito di Trenitalia, l’altro giorno la Poli ha fatto un’interrogazione parlamentare al Ministro Matteoli sul fatto che una circolare di trenitalia ha tolto alcune fermate nel Meridione per lo scalo merci.
Pubblico, inoltre, il il link della conferenza stampa tenuta ieri dalla Poli sulla presentazione del movimento “SUD”.
http://www.salentoweb.tv/index.php?option=com_seyret&task=videodirectlink&Itemid=2&id=341