Trasformazione digitale nei Servizi Pubblici: “adesso o mai più”

Atteso da troppo tempo e, certamente, agevolato dalla necessità di trovare soluzioni digitali e smart in periodo di pandemia, il processo di trasformazione digitale dei Servizi Pubblici, in direzione della semplificazione delle relazioni tra cittadini/utenti e Pubblica Amministrazione, ha iniziato a procedere con un buon ritmo.

Come ho personalmente avuto modo di evidenziare in altre occasioni le alternative che il Paese e noi italiani abbiamo sono due: subire il cambiamento o farcene carico ed affrontarlo da protagonisti.

In questo senso, le Amministrazioni Pubbliche, a cominciare dai Comuni e dagli altri enti territoriali, sono chiamate ad intraprendere percorsi virtuosi che richiedono competenza, attenta programmazione e capacità di tradurre in azioni e risultati quanto programmato.

Occorre, perciò, comprendere come questo processo di trasformazione produca impatti in termini di organizzazione e processi, misurabili in costi, tempo e valore intangibile (es. competenze).
Si tratta di un cambiamento che può portare numerosi e concreti vantaggi in termini di miglioramento della qualità della vita, di incremento di fiducia nel rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione, rappresentando al contempo anche leva di sviluppo. Sono proprio le Città, i Comuni, il luogo privilegiato dove questo cambiamento può rendersi autenticamente visibile nel percorso e nella nuova concezione dello sviluppo stesso della città in senso smart ed inclusivo, garantendo in ogni caso a tutti le stesse possibilità di accessibilità ai servizi (la complessità tipica delle pubbliche amministrazioni sta anche nel fatto di dover garantire, a chi non riesce per svariati motivi ad accedere alla modalità digitale, la piena fruizione del servizio in modalità tradizionali).

È, in ogni caso, necessario che gli organi politico-istituzionali e il management pubblico, nel disegnare l’organizzazione delle Amministrazioni in cui operano, tengano conto anche dell’importanza che questi fattori hanno nel processo di selezione del nuovo personale in ingresso: considerato che in questi 5-6 anni andrà sostituito il 50% del personale delle Pubbliche Amministrazioni, non si può sbagliare! La PA ha bisogno di professionalità in grado di portare avanti questa trasformazione, di mettere in pratica i nuovi servizi digitali e di gestire i cambiamenti futuri. Naturalmente è fondamentale incrementare la costante formazione dello stesso personale.

A questi appuntamenti, dunque, dobbiamo farci trovare pronti, sia come cittadini sia come Amministrazioni. In caso contrario, il cambiamento sarà difficile da realizzare.

Vediamo, ora, alcune novità introdotte dal Decreto Semplificazione e Innovazione digitale (DL n. 76/2020), convertito con modificazioni nella Legge n. 120/2020, con riferimento al processo di trasformazione digitale del Paese. Dal Documento del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione:

– SPID, l’identità digitale unica
Dal 28 febbraio 2021 l’identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e CIE (Carta d’identità elettronica italiana) diventeranno le sole credenziali per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione. I cittadini non dovranno più ricorrere a credenziali diverse a seconda del servizio che vogliono usare. Al tempo stesso le amministrazioni avranno il vantaggio di non doversi far carico di gestire sistemi di rilascio e gestione delle credenziali di accesso dei propri utenti.

– App IO, punto di accesso per i servizi digitali attraverso smartphone
L’app IO sarà il canale per accedere da smartphone a tutti i servizi pubblici resi in digitale. Il decreto introduce per i vari rami della Pubblica amministrazione l’obbligo di rendere fruibili i propri servizi in rete tramite l’applicazione IO.
Le strutture pubbliche sono tenute ad avviare progetti di trasformazione digitale entro il 28 febbraio 2021.
L’applicazione IO, attraverso un apposito servizio, consentirà ai cittadini di effettuare autocertificazioni o di presentare istanze e dichiarazioni utilizzando il proprio telefono cellulare.
Fino ad oggi, i cittadini che per evitare le file agli sportelli decidevano di utilizzare i servizi online, dovevano districarsi tra le diverse piattaforme digitali dei vari enti. Con IO le amministrazioni mettono a disposizione degli utenti, tramite un’unica app, i servizi resi in digitale.

– SPID e CIE come documenti di identità
Il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) e la Carta d’identità elettronica (CIE) avranno lo stesso valore di un qualsiasi documento d’identità nello svolgimento di pratiche amministrative online. I cittadini non dovranno più allegare fotocopie di documenti di identità.

– Piattaforma per la notifica digitale degli atti della Pubblica amministrazione
Per cittadini e imprese forniti di domicilio digitale la raccomandata cartacea sarà sostituita da una comunicazione digitale, un sistema più semplice e sicuro per la notifica degli atti amministrativi.
La notifica digitale avverrà grazie ad una piattaforma tecnologica che funzionerà come una sorta di “buca delle lettere digitale”, accessibile anche dal proprio cellulare. La Pubblica amministrazione potrà effettuare, con valore legale, l’invio di notifiche di atti, provvedimenti e avvisi al domicilio digitale del cittadino “caricando” le comunicazioni sulla piattaforma in via telematica. Al tempo stesso il cittadino o l’impresa potrà “aprire” in qualsiasi momento il proprio “cassetto notifiche” sulla stessa piattaforma per “ritirare” direttamente l’atto ed effettuare il relativo pagamento, se necessario.

– Interventi per favorire l’uso di strumenti informatici da parte di persone con disabilità
Gli obblighi di rendere accessibili gli strumenti informatici ai cittadini con disabilità, che erano già previsti per la Pubblica amministrazione, vengono estesi a società private. Per la precisione, a quelle che negli ultimi tre anni hanno avuto un fatturato medio superiore a 500 milioni di euro (es. settore Energia e forniture varie) e che offrono servizi al pubblico attraverso siti web o applicazioni sul telefonino.

– Basterà un unico permesso di circolazione per mobilità di persone con disabilità in Italia
Le persone con disabilità potranno circolare con i loro veicoli nelle zone a traffico limitato (Ztl) su tutto il territorio nazionale con un unico permesso.
Questo sarà possibile grazie ad una piattaforma digitale, che verrà istituita presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dopo aver acquisito il parere del Garante per la privacy. La piattaforma, consentirà di verificare le targhe associate ai permessi di circolazione dei titolari di contrassegni. Fino ad oggi invece il permesso Ztl per i veicoli delle persone con disabilità è valido solo nel Comune in cui è stato richiesto.

– Regole di condotta e aiuto di esperti per la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione
Con l’introduzione del Codice di condotta tecnologica la Pubblica Amministrazione progetterà, realizzerà e svilupperà i propri sistemi e servizi informatici e digitali basandosi su regole omogenee, valide su tutto il territorio nazionale. Un modo per agevolare e semplificare il processo di trasformazione digitale del Paese.
Il Codice di condotta prevede che per rendere digitali i propri servizi la Pubblica amministrazione possa avvalersi di esperti di comprovata competenza in materia.

– Una piattaforma nazionale per i dati della Pubblica Amministrazione
Il decreto introduce misure che semplificano la gestione e il funzionamento della Piattaforma digitale nazionale dati. Attraverso questa piattaforma vengono resi immediatamente interrogabili, disponibili e fruibili i dati dei vari rami della Pubblica amministrazione.
Ai cittadini e alle imprese non dovrà più essere richiesto da un ufficio di fornire dati già in possesso di altri uffici pubblici. Fino ad oggi in numerose occasioni i dati sono incamerati e custoditi in “compartimenti stagni” che di fatto hanno impedito la loro fruibilità tra diverse amministrazioni.
Questa è una sfida importante, che dovrà essere implementata in futuro.

– Dati dei concessionari pubblici a disposizione delle Amministrazioni
I concessionari di servizi pubblici dovranno fornire all’amministrazione concedente i dati, in formato aperto e riutilizzabile, acquisiti e prodotti nell’ambito dell’erogazione del servizio.
Questi dati, con i limiti prescritti dal doveroso rispetto della normativa sulla privacy e della sicurezza dei sistemi informatici, potranno essere utilizzati a fini statistici e di ricerca ed essere valutati, a seconda dei casi, da istituzioni e uffici. Lo scopo è permettere di elaborare scelte amministrative, gestionali e anche normative sempre più aggiornate sulle necessità dei cittadini.

– Verso un cloud nazionale, l’infrastruttura per dati pubblici
Le norme pongono le premesse della possibile creazione di un cloud nazionale. Il termine inglese cloud indica la nuvola che raccoglie e conserva grandi quantità di dati permettendo tra l’altro, nei casi consentiti, di elaborarli e di analizzarli.
Con il decreto legge viene introdotto per la Pubblica amministrazione l’obbligo di migrare i propri Centri elaborazione dati (Ced) che non hanno i requisiti di sicurezza fissati dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) verso un’infrastruttura ad alta affidabilità, localizzata in Italia. In alternativa i vari rami della Pubblica
amministrazione possono far migrare i loro servizi verso soluzioni cloud che rispettano le caratteristiche di sicurezza, qualità e livello delle prestazioni definite dall’Agid.

– Una Pubblica Amministrazione più digitale, dal modo di lavorare a quello di comunicare
Il decreto dispone che quella digitale diventi la modalità abituale di comunicare tra uffici pubblici e tra amministrazioni e cittadini.
Anche nella modalità di lavoro il settore pubblico attraversa una fase di cambiamento. Per rendere possibile il ricorso al lavoro agile a distanza (smart working), la Pubblica amministrazione è tenuta a dotarsi di beni, servizi e sistemi informatici idonei a consentire l’accesso da remoto ai propri dipendenti. Questo
deve avvenire nel rispetto dello Statuto dei lavoratori e delle disposizioni in materia di sicurezza delle reti e dei dati.

– Autorizzazione a sperimentare, meno ostacoli a progetti innovativi sicuri
La norma pone le premesse per agevolare imprese, start up, università ed enti di ricerca che intendono sperimentare progetti di innovazione e digitalizzazione potenzialmente utili allo sviluppo del nostro Paese.
La sperimentazione potrà essere autorizzata in alcuni casi in deroga a norme vigenti, dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dal Ministero dello sviluppo economico. Se l’iniziativa promossa dimostrerà di avere un impatto sociale positivo, si attiverà una procedura volta a promuovere eventuali modifiche normative che si rivelassero indispensabili per consentire all’attività sperimentata di essere svolta anche in seguito.

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