L’occasione dei Referendum del 12 e 13 giugno 2011 assume oggi un’importanza notevole. Lo strumento del Referendum abrogativo (previsto dalla Costituzione, art. 75, come possibilità data al corpo elettorale di abrogare, eliminare, una legge o un atto avente forza di legge per quasi tutte le materie), infatti, rappresenta uno degli strumenti più importanti di democrazia diretta.
Tuttavia, perché esso sia valido, è necessario che si raggiunga un minimo di voti espressamente previsto: il cosiddetto “quorum”. Si tratta della maggioranza assoluta degli aventi diritto (50%+1). E’ evidente come il raggiungimento del quorum non sia cosa semplice. Un po’ per lo scarso interesse che il Referendum in genere suscita in determinate fasce di elettorato; un po’ perché, paradossalmente, nel nostro Paese è presente un “movimento silenzioso” che rema contro, che cerca in tutti i modi di evitare il dibattito, che ha l’obiettivo di mettere tutto “sotto coperta” in modo tale da non far raggiungere il quorum che validerebbe il Referendum.
Come tanti altri, anche questo è un assurdo paradosso del nostro Paese. Si preferisce lo spreco di risorse pubbliche a un momento che dovrebbe rappresentare una bellissima pagina di democrazia.
Ma da chi è rappresentato questo “movimento silenzioso” della disinformazione? Semplice, dal fronte del NO (vi ricordo che nel Referendum abrogativo il SI equivale alla volontà di abrogare).
Non sarebbe più opportuno, per essi, informare e sostenere le ragioni del NO? Altrettanto semplice, assolutamente no. E’ molto più comodo e “vigliacco” sfruttare la tendenza dell’astensione (già presente in grande misura) per poi sostenere una vittoria che, in realtà, non è tale.
Ormai sembra fiato sprecato, ma tutti dovremmo chiedere a gran voce che si parli di questi Referendum e che il fronte del NO (che dovrebbe essere rappresentato in prima istanza dalla maggioranza parlamentare che ha approvato le leggi e i decreti oggetto di Referendum) abbia il coraggio di uscire allo scoperto e sostenere le proprie ragioni, dando anche al fronte del SI la possibilità di opporre le proprie. Ma si sa, il timore di una sconfitta che assumerebbe il carattere politico è enorme!!!
In definitiva, cari amici, spetta a ciascuno di noi, grazie alla Rete, ai Social Network, ai Blog, ecc, questo dovere morale e civico di diffondere l’informazione e sostenere una linea, poiché i “potenti” non lo faranno. E la Rete ha dimostrato di essere quel luogo straordinario dove i ruoli e il potere, spesso, possono essere invertiti!
Ora, sinteticamente, fornisco un’informazione sui prossimi Referendum. Come detto si vota nelle giornate del 12 (dalle 8 alle 22) e 13 (dalle 7 alle 15) giugno prossimi.
Referendum popolare N.1
Quesito: “Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.
La normativa in oggetto prevede che la gestione del servizio idrico (non il bene “acqua”, che resterà sempre un bene pubblico! Perciò è tecnicamente scorretto utilizzare slogan del tipo “per l’acqua pubblica”) venga affidata a soggetti privati attraverso gara o a società a capitale misto pubblico-privato, dove il privato venga scelto attraverso gara e detenga almeno il 40% del capitale.
Referendum popolare N.2
Quesito: “Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.
Il secondo quesito riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito, con la naturale applicazione di un congruo margine di profitto. Naturlamente i primi due quesiti (così come le normative alle quali si riferiscono) vanno considerati come strettamente connessi.
Referendum popolare N.3
Quesito: “Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.
Questa è la norma che prevede la realizzazione di centrali nucleari nel nostro Paese.
Referendum popolare N.4
Quesito: “Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.
Tale quesito è relativo al cosiddetto “legittimo impedimento”, cioè una forma di protezione speciale per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per i Ministri che possono assentarsi dalle udienze giustificando l’assenza con gli impegni istituzionali.
Personalmente, dichiaro pubblicamente che voterò e voterò quattro SI. In un prossimo articolo spiegherò in modo dettagliato le mie motivazioni.