E’ passato un po’ di tempo dal precedente articolo in materia. Oggi torno a parlare dei GAL, in particolare del GAL Terra d’Otranto, realtà nella quale mi onoro di operare. Questa volta, da melendugnese, voglio dare un taglio più locale alla questione, cercando di fare emergere l’impatto del nostro lavoro sull’economia della nostra città.
Premetto: ogni comune del territorio afferente al GAL Terra d’Otranto ha gli stessi benefici, accede alle stesse condizioni, ha ed avrà la stessa ricaduta economica e sociale grazie alle risorse che vengono e che verranno investite. Oggi voglio fornire un quadro della realtà locale rivolgendo lo sguardo sul territorio melendugnese per ovvie ragioni affettive, certo che i lettori cittadini degli altri 23 comuni del territorio-GAL si sentiranno ugualmente soddisfatti, proprio per quanto detto in premessa. Il bello di questi interventi, infatti, sta proprio nel fatto di considerare un territorio sovracomunale nella sua unità e interezza!
Dopo sei mesi di intenso lavoro, posso finalmente dire con viva soddisfazione che Melendugno (ripeto, al pari di tutti gli altri comuni del territorio) vedrà movimentare al suo interno risorse pari a circa 3 milioni di euro!
Esse sono destinate a finanziare 20 progetti approvati da realizzare nel territorio melendugnese (alcuni sono già in fase di accredito degli anticipi da parte di AGEA) di riqualificazione, ammodernamento, ristrutturazione, relativi alla nascita di agriturismo, affittacamere, masserie didattiche e fattorie sociali, realizzando l’obiettivo di diversificare l’attività agricola. Inoltre, gli interventi riguardano la realizzazione di spazi aziendali relativi alla produzione e commercializzazione di prodotti artigianali, commercializzazione e promozione dell’offerta di turismo rurale. La maggior parte dei progetti riguarda soggetti del posto.
Tali risorse riguardano contributi derivanti dall’Unione Europea, fondo FEASR, con i quali viene finanziato a fondo perduto il 50% di un progetto. Il restante 50% è a carico del privato. Quindi, dei suddetti circa 3 milioni di euro, la metà è a carico dell’UE e la metà a carico dei privati. Questo comporterà l’ampliamento di imprese già esistenti, l’avvio di nuove attività, quindi nuovi posti di lavoro e tanto lavoro per ditte fornitrici locali dei settori edile, agricolo, impiantistica elettrica ed idraulica, arredamento, generi alimentari, ecc…
Non finisce qui, nel senso che tantissimi altri interventi si prevedono nei prossimi mesi e anni. Ad esempio (ripreso dall’articolo precedente): itinerari naturalistici ed enogastronomici (progettati dal GAL con l’attenzione a non sovrapporsi con progetti già in essere), centri di informazione e accoglienza turistica, agenzia turistica, recupero di elementi tipici del patrimonio rurale (come chiese rurali, furnieddri, pajare, frantoi ipogei, ecc.), recupero di strutture rurali da adibire a piccoli musei/centri culturali-documentali, tutela degli olivi secolari, mini interventi di produzione di energia da fonti rinnovabili, servizi di carattere didattico e ricreativo per giovani, altri servizi di utilità sociale per anziani e disabili (pet therapy, horticulture terapy, agroterapia, ippoterapia, ecc.), artigianato tipico (recupero dei vecchi mestieri) e tanto altro.
In conclusione: non sarà la panacea di tutti i mali, non sarà nemmeno la soluzione strutturale ad annosi problemi che riguardano il sistema-Paese a livello globale, non sarà una rivoluzione, tuttavia può essere considerata certamente una boccata d’ossigeno non trascurabile in un momento di forte crisi economica che sta portando sul lastrico numerose famiglie ed imprese, con ripercussioni gravi nel mondo del lavoro. Oltre ovviamente a costituire un’importante leva di sviluppo per il management del territorio, poiché i finanziamenti comunitari restano una delle leve più importanti anche per la finanza locale in un mutato scenario nella gestione degli Enti territoriali.
Ottimo lavoro!